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Libertà di espressione

Autore: Antonino Piccione (a cura di); Prefazione di Marta Brancatisano
Editore: Iscom (2021), Pag. 198, Euro 12,50

L’articolo 21 della Costituzione se con il primo comma garantisce la liberta per ciascuno di manifestare liberamente il proprio pensiero, con il sesto e ultimo comma, ne determina i limiti. In questo bilanciamento vanno individuati i giusti confini della liberta di espressione. Il neminem laedere, tramandato dai codici di diritto romano, deve trovare applicazione anche per la liberta di espressione e il diritto alla satira, che non deve mai varcare il confine dell’offesa alla sensibilità altrui.
Piero Sandulli, Professore di Diritto processuale civile
La satira aveva in origine una funzione sociale: doveva provocare, infiammare le coscienze e incitare al cambiamento. Tuttavia, la società polarizzata in cui viviamo, e il populismo prevalente nella politica occidentale, mettono le ali ai radicalismi che creano una situazione di fragilità e instabilità sociale e culturale. Pertanto, è più che mai necessario difendere la libertà di espressione che non lega il suo esercizio all’indebolimento di altri diritti e libertà dell’individuo.
Manuel Sánchez, Avvocato e giornalista – Presidente ISCOM

 

Il volume raccoglie e integra gli atti della Giornata “Libertà di espressione, diritto di satira e tutela del sentimento religioso” del 26 Febbraio 2021, promossa dal Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”, con la Pontificia Università delia Santa Croce e l’Associazione ISCOM – Promozione della Comunicazione Istituzionale (Ente terzo formatore dei giornalisti).

I vari interventi spaziano dal “Diritto di cronaca, satira e blasfemia” ad “Armonizzare la libertà di espressione e la tutela del sentimento religioso”; dal “Rapporto tra la libertà di espressione e la tutela della dignità delle tradizioni religiose in Italia e in Europa” ai “Limiti alla libertà di espressione in recenti casi davanti alla corte europea dei diritti dell’uomo”.

“La tutela del sentimento religioso nei giudizi disciplinari dell’Ordine dei Giornalisti” è il tema svolto da Antonino Piccione. Queste le domande che si è posto nell’incipit dell’intervento: La satira può spingersi fino a offendere i sentimenti religiosi? E’ configurabile un diritto alla blasfemia? E’ legittimo criticare i contenuti di una religione avendo cura di rispettarne i credenti? La libertà di espressione può calpestare la dignità della persona?

Due sono i valori in gioco e in tensione, scrive Piccione: il libero manifestarsi del pensiero e il rispetto per l’altrui fede religiosa. La riflessione sul relativo bilanciamento – filo conduttore dell’iniziativa del convegno – si è articolata attraverso gli scritti di questo volume, grazie al contributo di qualificati interpreti, ciascuno mosso dal proposito di offrire il proprio punto di vista frutto di esperienza, sensibilità, responsabilità e professionalità. Riflessione da integrare con uno sguardo rivolto alla giustizia domestica della professione giornalistica, limitatamente ad alcuni procedimenti disciplinari definiti dall’organo di appello dell’Ordine, sulla base delle motivazioni pubblicate in sede di Massimario del Consiglio nazionale.

Al di là del rispetto della normativa in materia di privacy, dettata da pronunce del Garante e da provvedimenti legislativi – per cui lo stesso Massimario negli ultimi anni ha optato per l’anonimizzazione -, ciò che rileva ai fini di questa trattazione è illustrare esclusivamente i fatti senza far riferimento diretto e personale ai giornalisti incolpati o sanzionati, ai testimoni, agli esponenti, alle testate, ai collegi giudicanti. Con il solo obiettivo di poter individuare le risposte alle domande poste in apertura, facendo leva sulla rilevanza dei fatti e delle argomentazioni a fondamento delle decisioni assunte.

Alla luce dei casi richiamati, che investono il merito di questioni disciplinari della professione giornalistica, e di alcune pronunce giurisdizionali di legittimità, Piccione ricava alcuni punti funzionali a dare risposta agli interrogativi iniziali, tra i quali:

  • il sentimento religioso, espressione della dimensione spirituale e morale più intima dell’uomo, è alla base della giusta pretesa del fedele alla tutela della propria dignità;
  • “La protezione del sentimento religioso è venuta ad assumere il significato di un corollario del diritto costituzionale di libertà di religione” (Corte Costituzionale, 14 novembre 1997, n. 329);
  • cronaca e critica non possono manifestarsi tramite strumenti e modalità lesivi dei diritti fondamentali all’onore e alla reputazione; la continenza coincide con quella correttezza formale di linguaggio che consente di evitare che la divulgazione di un fatto storico si tramuti in uno strumento di lesione degli altrui diritti (Cassazione civ., sez. III, 27 agosto 2015, n. 17211).

Antonino Piccione, giornalista professionista, è caporedattore di ISCOM. E’ Autore di “Minori e media in tv e nel cinema” (Il Nuovo Diritto, 2007) e curatore de “Il giornalismo tra infodemia e servizio essenziale” (2021).

Contributi di: Manuel Sánchez, Piero Sandulli, Giulio Maspero, Noemi Di Segni, Marco Ventura, Paolo Cavana, Vasco Fronzoni, Rossella Miranda, Abdellah Redouane, Stefano Testa Bappenheim, Federico Tedeschini, Giovanni D`Alessandro, Svamini Hamsananda Ghiri, Maria-Paz López, António Marujo, Alberto Zanconato, Giovan Battista Brunori, Antonino Piccione.